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DIALOGO
DEL R[everendo] M[esser] DON PIETRO PONTIO PARMIGIANO,

Ove si tratta della Theorica, e Prattica di Musica.
Et anco si mostra la diversità de' Contraponti, & Canoni.

VIRTUS SECURI-   Exemple D0_001   -TATEM PARIT

In Parma, appresso Erasmo Viothi. 1595.
Con licenza de' Superiori.


[fol. ¶2] ALL'ILLUSTRISSIMI SIG[no]RI ACADEMICI FILARMONICI DI VERONA.

Signori miei colendissimi.

SE con altro miglior modo, che con l'attioni, si potesse dimostrar l'animo di chi ama, & osserva, anch' io havrei cercato via, e modo, con i quali havessi potuto dimostrare l'affettione, & osservanza, che sempre hò portato à cotesta Illustrissima Academia ; mà conoscendo, che in altro modo non lo potevo dimostrare, che con l'attioni proprie darne segno manifesto. Ho pur ancho voluto con quelle, che più d'ogn' altre à me si convengono farlo, & che più d'ogn' altre mi sono state di fatica, e studio, & ancho di maggior sodisfattione. Invio dunque à voi Signori Illustrissimi questa fatica mia di Musica, cosi ridotta in forma di Dialogo, ove si tratta della Theorica, & anco della Prattica di quella, che sotto il nome suo hò dato alla stampa, parendomi conveniente dedi[fol. ¶2']carla ancho à persone, che di tal scienza si dilettino, & che in quella si vanno essercitando, che sarà ancho per segno dell'affettione, & osservanza mia verso di loro ; l'accettino dunque per quel maggior segno, che posso darle, & che da me può venire, ch'offerendomi à loro, per ciò che vaglio, le bacio le mani.
Di Parma il 15. Agosto. 1595.
Delle S[ignorie] V[ostre] Illustriss[ime]
Affettionatiss[imo] Servitore

Pietro Pontio.

Exemple D0_002

[fol. ¶3] Sonetto d'Antonio Maria Prati.

A I SIGNORI ACADEMICI
Filarmonici di Verona.

FAmosi CIGNI ; il cui celeste canto,
Le fere alletta, e gli elementi intorno ;
E dove nasce, e dove more il giorno,
Et altrui porge invidia, e toglie il vanto.
Se ogni altra voce pàr di roco pianto,
E cede à l'Harmonia, c'hà in voi soggiorno,
Come cede à Real di gemme adorno,
Di Bifolco, ò Pastor, povero manto ;
E se di quella sete ampio Occeàno,
Giust' è, che 'l
PONTIO entro à' cerulei campi
V'offra gli accenti suoi : canoro pesce ;
O pur, qual Rè de' fiumi, in viso humano,
Porga il tributo de l'humor, che gli esce
Dal crine ogn' hor, con gloriosi lampi
.
Exemple D0_003

Exemple D0_004

[fol. ¶4] Sonetto dell'istesso Prati.

AL REVEREN[do] SIGNOR
DON PIETRO PONTII.

COME tal' hor Nocchier, che dianzi à i venti
Fidò spesso le vele, e i legni à l'onde ;
E del mar periglioso ambe le sponde
Varcò fra mille rischi, e mille stenti,
L'arte sua spiega à peregrini intenti :
Ove l'acque sian meno, ò più profonde :
Gli scogli, e l'aure avverse, e le seconde,
Et i lumi del Ciel fidi, e lucenti.
Cosi Tù, che sin' hor, con nome altero,
Di
MUSICA in solcando i vasti flutti,
Spendesti gli anni, & imbiancasti il crine :
Vago di posa homai, sotto non vero
Sembiante, insegni altrui di quella i frutti,
E gli honori, e i perigli, e le dottrine
.
Exemple D0_005
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