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[89] RAGIONAMENTO TERZO.

Il Reverendo M[esser] Don Paolo, & M[esser] Don Hettore, Interlocutori.

LA occasione d'un mio negotio hà portato, ch'io venga in questa vostra contrada ; ond' hò pigliato poi sicurtà venire da voi, con cui desidero stare di continuo, & da voi, essendovi commodo, sapere quello, che già per vostra cortesia amorevolmente mi promettesti, & all'hora per la brevità del tempo non potesti attendermi ; cioè, Il modo, che si tiene nel formare un contrapunto sopra del canto Plano, ò figurato ; & parimente le qualità, che deve haver detto contrapunto. Dipoi passare alla differenza, che si truova frà il Duo, & il contrapunto ; essendo che si truovano ambe à due voci ; & ancora alla differenza trà il contrapunto, & la compositione. Pao. Non posso mancare, per quanto le forze mie potranno, di compiacervi.
Et cominciando senza altra dilatione dicovi, che il modo, che s'hà da tenere volendo formare un contrapunto sopra de uno canto Plano, ò figurato de due voci, è questo. Primo, che vada ordinariamente più, che può con movimento congiunto. Secondo, habbia in se alcune belle tirate, & quanto più in longo s'estenderanno, tanto più saranno propriate à detto contrapunto. Terzo, habbia qualche replica d'inventione per modi diversi ; & questo avertimento frà tutti gli altri si deve osservare non solamente nel contrapunto di due voci, & tre ; ma ancora nelle compositioni di quattro, & cinque voci. Quarto, non si truovano in lui movimenti, che cantare non si possano ; come movimenti di Settima, di Nona, & di Sesta maggiore nell'ascendere, & discendere, & di Sesta minore nel discendere ; perche nell'ascendere si può fare ; & questo sia detto ancora per le compositioni di più voci. Quinto, tenga poche, anzi pochissime cadenze ; &, se pur se ne facessero, siano fatte per replicare l'inventione, overo per fare un poco di riposo, over per truovare nuove inventioni. Sesto, si truovano le parti manco, che si può in Ottava, over Unisone in principio di misura ; quando la parte Bassa ascende, & questo sarà, quan[90]do la Decima, & la Terza saranno maggiori, ma quando elle saranno minori il passaggio si potrà fare. Et questo è il modo, che s'hà da tenere volendo formare un contrapunto di due voci. Le qualita di poi, che deve havere, sono tre. Prima, sia Diminuito. Seconda, sia Legato. Terzo, Fugato. Het. Io non capisco, che voglia dire Diminuito, ne Legato, nè tampoco Fugato. Pao. diminuito s'intende, ch'in lui non si truovino Brevi, nè Semibrevi, nè Minime, co'l punto in principio di misura poste ; ma sempre stia in continuo moto, hora con Semiminime, hora con Chrome, & hora con Semibrevi, & Minime col punto in elevatione della misura fatte. & se mi domandasti, perche non si possano collocare questi Brevi, Semibrevi, & Minime col punto in principio di misura, ve lo dirò. Quando ci fossero di queste Brevi, Semibrevi, & Minime col punto, non si chiamerebbe contrapunto legitimamente parlando, per non servar l'ordine del contrapunto, ma bene compositione ; perche dette figure in tal modo fatte à lui non son concesse, come afferma Gio[vanni] Maria Lanfranco nelle sue scintille nel quarto libro parlando del contrapunto  ; ma bene nelli Duo, Terzetti, & nelle compositioni de più voci esse figure convengano. però essendo le sopradette figure fatte, come v'hò detto, & in esso canto ritrovandosi alcune Semiminime, & Chrome, sarà detto contrapunto diminuito.
Legato poi se chiamerà, quando una figura di Semibreve, over di Minima, co'l punto abbraccierà due figure simili al suo valore, poste in elevatione della misura.
Fugato sarà, quando il contrapunto seguirà le medesime figure della parte ; over quando replicherà due, tre, & più volte per diversi modi un medesimo passaggio. Questo modo si chiamerà fugato, come vi mostrerà l'essempio, che con questa penna vi formerò hor hora, il qual modo invero è degno di osservarsi.
Exemple R3_001a
[91]
Exemple R3_001b
Hora considerate queste tirate di Semiminime, & parimente queste Semibrevi, & Minime col punto, come abbracciano due Semibrevi del canto Plano ; vedete parimente, come segue il contrapunto le medesime figure del canto Plano ; vedete insieme come per diversi modi dice quel passaggio, re, mi, fa, sol, la : talche questo modo si chiama fugato, fugato ancora ad un'altro modo si può dire, quando il contrapuntista farà sempre un medesimo passaggio, come quì.
Exemple R3_002
Questo modo di contrapunto si chiama fugato ; benche più presto io lo chiamarei obligato, over capriccioso ; perche in diversi modi dice il medesimo ; & questo contrapunto è bonissimo, & degno di consideratione, & laudabile ; cosí il contrapuntista da saggio d'haver scientia, & giuditio. Obligato ancora ad un'altro modo si può dire, quando una parte segue l'altra con gli medesimi intervalli ; & figure chiamato Canone. Vero è, ch'in tal sorte di contrapunto avviene alle volte per la obligatione del Canone, essendo fatto per una pausa di Minime, over di Semibrevi, & Brevi, si truova una Semibreve, & una Minima, col punto in principio di misura, come si può vedere in questo essempio. [92]
Exemple R3_003a
Resolutio.
Exemple R3_003b
Canon in Diatessaron.
Exemple R3_003c
Eccovi, ch'in questi Canoni si possano tolerare alcune pause, & figure de Semibrevi, & Minime col punto in principio di misura, per rispetto della obligatione d'esso Canone. E ben vero, che questo si potrebbe più presto attribuire al modo del comporre, ch'al contrapunto ; & non saria forse fuora di ragione per essergli pause, & Semibrevi, & Minime col punto in principio di misura. Ma volendo formare un contrapunto di due voci sopra d'un canto Plano, ò figurato senza alcuni di questi oblighi ; conviene haver le qualità già dette ; perche, mancando una di esse, non saria il contrapunto giudicato perfetto ; havendo però risguardo di accommodare le consonantie, & dissonantie per gli suoi proprii movimenti, come già un'altra volta ragionando insieme v'hò mostrato. Het. Hò benissimo il tutto capito, & à me par facile il far un contrapunto, facendogli un poco di studio ; perche io sò le qualità, che deve havere ; & di tutte le consonantie, & dissonantie gli movimenti ; talche con facilità potrò fare qualche profitto. Vi resta hora mostrarmi la differenza, [93] che si truova dal contrapunto al Duo, essendo tutte due queste cantilene à due voci, & similmente della compositione.

Differenza del contrapunto, & Duo.

Pao. LA differenza, che trà l'uno, & l'altro si truova, è, che nel contrapunto di due voci, (del qual' io sempre intendo ragionare) non si permettono (come già v'hò detto) Minime col punto, nè Semibrevi in principio di misura ; ma nel Duo alle volte si concede tutte due le parti facciano una Semibreve in principio di misura, come si fà nel contrapunto chiamato nota contra nota ; & si pongono anco delle Minime col punto parimente in principio di misura ; ilche ancora nelle compositioni di più voci voi potete fare ; ma nel contrapunto non già mai. Di più vi potete servire delle cadenze proprie, & terminate del Tuono per potere nuovamente replicare il soggetto, over dar principio à nuovo soggetto, & ancora delle cadenze non proprie, e non terminate. Vero è, che l'istesso ancora vi serve nel contrapunto per replicare il soggetto, over per dar principio à nuovo soggetto. Et di più potete fargli delle pause di Brevi, & Semibrevi, & è ancora degno di memoria, non esser mistiero, che frà gli suoi estremi ecceda più di dodici, ò tredici voci ; la qual regola non serva il contrapunto ; quale non dirò dodici, ò tredici voci, ma etiandio le quindici trapassa, & più, si come al contrapuntista piace, & gli torna commodo. & alle volte se ne passerà con una diminutione di Semiminime di Basso in Soprano, & di Soprano in Basso ; ilche rare volte nel Duo si vede, & queste sono le differenze, che vi si truovano frà l'uno, & l'altro ; come dal presente essempio potrete comprendere.
Exemple R3_004
Vedete come nel principio vi sono Brevi, & Semibrevi, & Minime col punto in principio di misura ; le quali figure in tal modo fatte nel contrapunto non hanno luogo ; come già vi dissi. Circa la differenza tra il contrapunto, & compositione la istessa truovasi, che anco nella compositione di due voci, perche l'istesso ordine si serva anco nelle composi[94]tioni di quattro, cinque, & sei voci. Het. Hò benissimo capito questa differenza ; ma non bene capisco, che voglia dire cadenza propria, & terminata ; & non propria, & non terminata ; anzi che cosa sia cadenza volentieri da voi saprei.

Della Cadenza.

Pao. CAdenza non è altro, che un riposo, over una terminatione delle parti della vostra cantilena, & del vostro periodo : & questa cognitione delle cadenze egli è cosa di somma importanza ; & conviene à quelli, che vogliono dare opera al contrapunto, & alla compositione, esser bene ammaestrati di queste cadenze, & per conseguente delli Modi, ò Tuoni, che dir vogliamo. perche, ancora c'havesti cognitione delle consonantie, & dissonantie ; & le sapesti accommodare con le ragioni à voi mostrate ; & poi non havesti cognitione delli Tuoni, & conseguentemente delle lor cadenze, saresti à modo d'uno cieco, che pur và, & non hà guida, e nel fine si truova giù di strada ; così dico intraverrebbe à voi non sapendo gli Tuoni, & di ciascuno di loro le cadenze. perche n'averrebbe, che facendo una cantilena di un Tuono, le cadenze poi sariano di un'altro ; ilche sarebbe errore notabilissimo, & dalli Musici intelligenti saresti giudicato di tal scientia poco dotato. Het. A voi dò piena fede ; però sarete contento, poiche sono di cosi gran valore, che senza non si può far cosa buona, mostrarmi, quanti sono questi Modi, ò Tuoni, & parimente le sue cadenze, & con questo ragionamento s'intratteniremo sino che venirà l'hora d'uscire di casa. Pao. Non posso negarvi, quanto mi chiedete.
Otto sono gli Tuoni dalli Ecclesiastici usati, & i lor fini sono in quattro luoghi, chiamati corde finali ; perche in dette corde finiscono, & sono accompagnati à due à due.
Il Primo, & secondo Tuono finiscono nella corda di. D sol re.
Il Terzo, & Quarto in E la mi
Il Quinto, & Sesto in F fa ut
Il Settimo, & l'Ottavo in G sol re ut.
Et queste sono le sue corde finali.
Het. Non passate per cortesia più avante ; come potrò io conoscere il primo dal secondo, havendo in un medesimo luogo il lor fine ? Pao. Voi dite bene, & perciò per haver cognitione, qual di due sarà, vi darò una regola perfettissima, quale vi servirà per haver conoscimento della loro varietà. vero è, che solamente vi serve alli Introiti, Graduali, & Postcommunioni, che si sogliono cantare nelle Messe Gregoriane ; ma non già nelli Salmi ; di che fà bisogno haver cognitione al compositore, per [95] saper poi conoscere la differenza dal primo al secondo, & cosi delli altri ancora ; perche ci vuole altra ragione. Het. Sarete contento di espormi di ciascuno la vera cognitione. Pao. Farollo volentieri.
Volendo dico distinguere il primo dal secondo, & cosi gli altri per ordine, havete prima da sapere, che sono questi Tuoni trà loro divisi, uno si chiama Autentico, & l'altro Plagale, talche sono quattro Autentici, & quattro Plagali. Qualunque di loro che di numero sarà ineguale, come il Primo, Terzo, Quinto, Settimo, sarà Autentico. quelli poi, che di numero saranno pari, come Secondo, Quarto, Sesto, Ottavo, saranno i Plagali.

Cognitione dello Autentico.

ET in questo modo si conoscono, ch'essendo Autentico havrà la sua Quinta, & Quarta sopra la sua corda finale, & ascenderà poi sopra detta sua corda fin' à otto, nove, dieci voci. ma nel discendere non si estenderà più di una, ò due voci al più, sotto quella sua corda finale ; & questo si chiamerà Autentico ; talche si discerne l'Autentico per l'ascendere.

Cognitione del Plagale.

IL Plagale all'incontro si conosce nel discendere ; perche la sua Diatesseron sarà sotto la corda sua finale, & la Diapente sopra, & non ascenderà più che sei voci sopra detta corda, & sotto passerà alla quarta, & quinta voce di modo, ch'il Plagale si conosce (come vi dicea) nel discendere, & l'Autentico nell'ascendere. Et per tal varietà non solo di questi due, ma dell'altri Tuoni ancora per la medesima ragione havrete cognitione.

Del Tuono misto.

NE vi voglio anco tacere d'alcuni Tuoni, che non servano tal regola ; ma vanno sopra alla sua corda finale fin' alle dieci voci, & sotto fin' à quattro, & cinque voci ; come fà la Salve Regina, & altre simili ; questi tali sono detti Tuoni misti ; pe[r]che fanno la Diatesseron sotto, & sopra ; talche finendo nella corda. D. Sarà tuono misto del primo, & del secondo, perche nel discendere fà la Diatesseron, qual' è propria del secondo tuono ; & parimente fà la Diatesseron nell'ascendere, qual' è propria del primo Tuono, & cosi delli altri il medesimo s'intende.

Del Tuono commisto.

SOno ancora Tuoni, che si servano delle Quarte, & Quinte de altri Tuoni, che del suo compagno ; come sarebbe il primo, che facesse [96] la sua Quinta in B fa b mi, over la Quarta in B mi, & poi facesse il fine nella corda D, & il medesimo delli altri dico. Questo tale sarà detto Commisto per le ragioni dette di sopra ; come bene dimostrò Franchino nel primo libro della sua prattica all'ottavo capo. Però se più minutamente desiderate ciò intendere, lo istesso auttore ampiamente n'hà trattato . Hora voglio darvi la cognitione delli Tuoni de Salmi, qual' è necessaria alli compositori, come già vi dissi ; nè si conoscano per la regola sopradetta delli Introiti, & Graduali ; ma bene per la distanza del fine dell'Antifona al principio dello E u o a e, che altro significare non vuole, che il fine del versetto del Salmo, con questa regola.

Cognitione de Tuoni de' Salmi.

Re, la in Quinta, denota il primo.
Re, fa in Terza il secondo.
Mi, fa in Sesta il terzo.
Mi, la in Quarta il quarto.
Fa, fa in Quinta il quinto.
Fa, la in Terza il sesto.
Ut, sol in Quinta il settimo.
Ut, fa in Quarta l'ottavo.
Et per maggior vostro contento vi metterò quì i suoi essempii.
Exemple R3_005
Primo Tuono, E u o a e | Secondo Tuono. E u o a e
Exemple R3_006
Terzo Tuono. E u o a e | Quarto Tuono. E u o a e
Exemple R3_007
Quinto Tuono. E u o a e | Sesto Tuono. E u o a e [97]
Exemple R3_008
Settimo Tuono. E u o a e | Ottavo Tuono. E u o a e
Hor vedete, come la distanza del fine dell'Antifona al principio dello E u o a e, vi dà la cognitione del Tuono del Salmo, & l'istesso E u o a e vi dà il fine. Se poi vorrete i principii delle intonationi de Salmi, come fà anco bisogno havere, vi metterete alla memoria questi quattro versi, quali cosi dicano.
Primus con sexto fa, sol, la, semper habeto.
Tertius, & Octavus ut, Re, fa, atque secundus.
La, sol, la, Quartus ; fa, re, fa, sit tibi Quintus.
Septimus, fa, mi, fa, sol, si bene recordor.
Et acciò possiate meglio considerare i principii, le medietà, & fini, vi segnerò quì di tutti gli suoi essempii.
Exemple R3_009
Principio del 1. Tuono. | Medietà. | Fine.
Exemple R3_010
Principio del 2. Tuono. | Medietà. | Fine.
Exemple R3_011
Principio del 3. Tuono. | Medietà. | Fine. [98]
Exemple R3_012
Principio del 4. Tuono. | Medietà. | Fine.
Exemple R3_013
Principio del 5. Tuono. | Medietà. | Fine.
Exemple R3_014
Principio del 6. Tuono. | Medietà. | Fine.
Exemple R3_015
Principio del 7. Tuono. | Medietà. | Fine.
Exemple R3_016
Principio del 8. Tuono. | Medietà. | Fine,
Questi sono i principii, medietà, & fini de' Salmi. Vero è, che molti, & diversi fini hanno questi Salmi, quali per gli E u o a e, vi saranno mostrati ; ma questi, & parimente essi principii, & medietà hora quì mostratevi, sono quelli, di cui gli compositori sogliono servirsi nelle sue compositioni, come potrete in esse avertendoci ritrovare ; perche invero fa bisogno haver questa cognitione per saper poi, facendo un Salmo del primo, per imitatione fare il suo principio, & cosi la sua medietà, & il fine, e de gli altri il medesimo dico. Havete dunque inteso la cognitione delli Tuoni de' Salmi, & parimente la differenza dell'Autentico, & del Plagale ; con la quale potete conoscere de gli Introiti, Graduali, Offertori, & postcommunioni il proprio Tuono. Et veramente questa cognitione conviene ancora à quelli, che sono Choristi ; acciò possa[99]no accommodare gli canti sì, che con commodità della voce possa cantare il Choro ; perche non havendo tal cognitione ne seguirebbe, che alle volte quel, che và basso, saria intonato alto ; & cosi per il contrario ; tal che ne' Chori ne seguirebbono mille disordini. A compositori anco il medesimo averebbe non havendo loro cognitione dell'intonationi, medietà, & fini delli Salmi ; percioche si farebbe la intonatione de uno, & la medietà, & fine d'un'altro Tuono. Ne meno vi conviene sapere, come sono formati ; acciò facendo un Motetto, over' una Messa, ò altro, possiate fare le sue cadenze proprie, & terminate nelli suoi luoghi proprii, & ancora le sue cadenze non proprie ; à fine, che facendo una compositione del primo Tuono, non facesti poi le cadenze del Terzo, over del Quinto ; di modo, che il Tuono fosse ad un modo, & le cadenze ad un'altro ; perche sarebbe questo veramente un'errore notabilissimo, & da tutti gli Musici saresti tenuto huomo di poca scienza, & di niun' valore in tal professione ; perche se vi fosse dimandato poi, di che Tuono fosse quella compositione, da voi stesso vi confonderesti ; & per questa ragione conviene haver intelligentia delle sue formationi, acciò non si cada in simili notabili errori. Het. Benissimo il tutto hò capito, & conosco voi dire il vero, & esser questo di grandissima importanza ; però desidero havere cognitione, come si formano questi Tuoni, & parimente le sue cadenze, & il luogo suo proprio, dove fare io le debba in ciascun Tuono ; acciò volendo (come desidero) far un poco di profitto nella Musica non cada in brutti errori. Pao. Veramente egli è cosa necessaria, volendo dar opera alla Musica, haver cognitione della formatione de i Tuoni, per potere conoscere di ciascuno le Quinte, & Quarte, ne' quali luoghi poi si fanno le cadenze proprie, & terminate ; &, oltra à quello che voi mi ricercate, bisogna anco havere la cognitione delle trasportationi da luogo à luogo, che così nelli canti figurati si permette. Però darò principio, & per ordine me ne caminerò.

Della formatione del primo Tuono.

IL primo Tuono, come dicono gli Pratici, si forma della prima spetie della Diapente contenuta da D sol re ad A la mi re nell'acuto, & della prima spetie della Diatessaron contenuta da A la mire à D la sol re nell'acuto pure ; frà le quali estremità si contiene la Diapason, & questa è la formatione di questo Tuono. Le sue proprie, & principali cadenze sono due, una in D sol re, l'altra in A la, mi, re ; quali sono dette principali, & terminate ; perche nella corda D finisce, & nella corda A termina la Diapente, & in essa corda principia la Diatessaron. Il Salmo ancora [100] fà la sua medietà in detto luogo ; & per queste ragioni sono dette cadenze principali, & terminate, & in questi dui luoghi si può finire ogni suo periodo ; ma non bisogna già fare il fine della cantilena nella corda A : perche sarebbe il fine d'un'altro Tuono ; eccetto se non fosse un Motetto, ò Madrigale, qual' havesse due parti ; in tal caso la prima si potrebbe finire nella corda A per esser quella dove termina la Diapente di tal tuono, & questo fine è volontario al compositore ; perche, quando bene facesse il fine della prima parte del suo Motetto, nella corda finale di detto Tuono, non saria biasmato ; Ma la Seconda conviene bene sempre finire nella corda finale di esso Tuono, & cosi dicendo del primo Tuono, il simile de gli altri si deve intendere. Si possono ancora fare in detto Tuono altre cadenze, come nella corda F qual' è stimata quasi per cadenza principale, & terminata ; per esser corda, che fà la medietà della Diapente, & anco i Salmi cominciano la sua intonatione in detta corda, come havete veduto ; & per queste ragioni si può havere come propria. Vi sono ancora altre cadenze, che si possono fare in detto Tuono, come in G sol re ut, & da Cipriano in tal luogo fu fatta nella seconda parte del Madrigale Non è, ch'il duol mi sceme, sotto queste parole, in duro giaccio. Un'altra cadenza ancora si può fare, che sarà in C sol fà ut, & dal sopradetto fu fatta in quel suo Madrigale. La bella, netta, ignuda, & bianca mano, sotto queste parole, In Paradiso ; & Clemens non papa nella Messa, Et espoir, nella prima parte della Gloria la fece sotto queste parole. Agimus tibi. Ma queste cadenze si devono fare per transito, & con diligenza, per non esser cadenze proprie del Tuono. Het. Vorrei sapere perche non sono proprie. Pao. Perche il detto Tuono non principia in simil corde la sua Diapente, nè la sua Diatessaron ; nè anco gli Salmi ivi fanno la sua intonatione, nè la sua medietà, ne il fine ; & per questo sono dette cadenze non proprie. La onde per tal causa facendole, conviene siano fatte per transito, come per questo essempio veder si può.
Exemple R3_017a
Essempio delle cadenze de' Motetti del primo Tuono.
Exemple R3_017b
[101]
Exemple R3_017c
Vedete come quella cadenza fatta nella corda A termina la sua inventione, & il Tenore nuovamente comincia il soggetto. Vedete parimente nell'altra cadenza fatta nella corda D terminare la cantilena, & il Tenore dar principio à nuova inventione. Si possano ancora nell'altre cadenze (benche non siano proprie) truovare nuove inventioni, tornando commodo, come vi dissi ; ma non già terminare, nè finire in esse, come si fà nelle proprie del Tuono. Havete inteso delle cadenze proprie, & non proprie ; & quanto circa d'esse si ricerca nel far Motetti, Messe, Madrigali, & simili. Avertendovi nondimeno in questa occasione, ch'io non intendo ragionarvi delle compositioni de Salmi ; perche essi Salmi hanno altre cadenze proprie, & terminate di quelle de Motetti, & altre compositioni, & alcuni di lor hanno altro fine, come di essi ragionando vi scoprirò ; e però io gli lascio fuora, & questo hovvi detto, acciò non pigliasti errore, Het. Benissimo hò appreso il tutto ; vorrei hora saper da voi, facendo io cadenza in E la mi, & B fa b mi, se potranno stare, essendo che di tutte le altre corde, eccetto che di queste due m'havete ragionato. Pao. Non si può dire stiano male veramente, mentre non facciano dissonantia ; & occorrendovi qualche passaggio per transito, ve ne potrete servire, facendo Messe, & Motetti, & altre compositioni ; ma ne' Salmi io non giudico esser cosa buona per alcun modo, & anco nelle Messe, & Motetti non sono troppo à proposito, non solo per terminate (ilche mai non si deve fare) ; ma ne anco per transito ; perche detto Tuono non fà digresso, nè riposo in dette corde per esser molto differenti dal primo [102] Tuono ; & io per me non mi ricordo in simili luoghi haver veduto cadenze, & credo se fossero state in parte propriate al primo Tuono, come le altre, dalli compositori sariano state usate ; ma per esser lontane, come già v'hò detto, si lasciano da parte, perche dalle purgate orecchie non sono comportate. Het. Mi piace certo haver inteso questo ; seguitate hora ragionandomi delli Salmi, come mi proponesti. Pao. Se poi vorrete far Salmi, che siano del primo Tuono delle istesse cadenze proprie vi servirete, perche fà la sua medietà in A la mi re, & finisce in D sol re. Ma il principio del Salmo volendo imitare il canto Plano, come la ragione vuole, sarà nella corda, dove principia la intonatione del Salmo ; & questo sia detto ancora di tutti gli altri Tuoni, & di ciò vi mostrerò un'essempio.
Exemple R3_018a
Essempio delle cadenze, principio, medietà, & fine de' Salmi del primo Tuono.
Exemple R3_018b
Het. Ragionatemi hora della trasportatione. Pao. La sua trasportatione sarà per Quarta in acuto col soccorso del ♭mole, & il Soprano sarà per la chiave di G sol re ut, & finirà in esso G sol re ut. Non mi estenderò in darvi auttorità per esser i libri pieni di tal Tuono trasportato, frà quali si trova il Motetto, Transeunte Domino di Jaches Vuerto, & Salvum me fac Domine di Jachetto, & di ciò vi mostrerò, qui un'essempio. [103]
Exemple R3_019a
Essempio della trasportatione del primo Tuono.
Exemple R3_019b
Het. Questo mi piace ; ma per esser più chiaro voglio domandarvi, se potrò solo per Quarta trasportarlo. Pao. Brevemente vi risponderò, non potersi ; perche volendo trasportarlo per Quinta ; nella corda F converrebbe dire mi ; ilche naturalmente non si truova, ma accidentalmente sì. per Terza poi in alcun modo non si può ; perche ne verrebbono mille disordini ; & dovete sapere, che volendo ò per Quarta, ò per Quinta, ò per Tuono trasportare una cantilena, non bisogna per alcun modo alterare cosa alcuna ; ma che gli tuoni, & semituoni, quali naturalmente, & proprii si truovano nella cantilena, i medesimi siano nella trasportatione ; percioche trasportatione non è altro, che movere una cantilena da luogo à luogo con il soccorso del ♭mole, over de ♮quadro con gl'istessi intervalli di tuoni, & semituoni, come prima ; altrimente movendo gl'intervalli, non sarebbe trasportatione, ma distruttione, & confusione ; talmente che nè per Quinta, nè per Terza, nè per Sesta, nè per altro, eccetto che per Quarta si può trasportare ; perche voi truovate tutti gli suoi tuoni, & semituoni naturali nelle sue corde ; conciosia ch'ogni Tuono per Terza, ò per Quinta, ò per Quarta potrete trasportare ; mentre truoverete gl'istessi intervalli naturali de tuoni, & semituoni. Et per hora al discorso del primo Tuono facendo fine, di nuovo vi replico, che quel, che del primo Tuono si è detto, delli altri il simile dovete intendere. Het. Molto bene hò capito il tutto, & haver' inteso queste ragioni molto m'è piacciuto ; passate pur al suo compagno.

[104] Del secondo Tuono.

[Pao]IL secondo Tuono per esser compagno del primo sarà quasi di una medesima natura, per esser formato della prima spetie della Diapente D & A posta nell'acuto, & della prima spetie della Diatesseron D & A posta nel grave ; & altra differenza non vi si truova, se non che il primo Tuono hà la sua Diatesseron in acuto per esser Autentico, & il secondo suo compagno nel grave per esser Plagale ; & poca varietà fra lor si truova ; perche nelle cadenze sono conformi, parlando di Messe, Motetti, & Recercari, & altre variate compositioni ; & così nelle Messe, & Motetti, & Salmi il fine è conforme, riservando poi la imitatione, medietà, & fine del canto Plano de Salmi, la quale è diversa dal primo Tuono, come potete vedere nella sua intonatione. Circa la sua trasportatione per Quarta si trasporta con l'aiuto del ♭mole, come anco il suo compagno ; ma sono però differenti ; ancora che ambedue siano per ♭mole, & per Quarta ; & la differenza è, che nel primo Tuono la chiave del soprano sarà di G sol re ut, & nel secondo sarà di C sol fa ut. Het. Io pur volentieri saprei la cagione, essendo formato il secondo Tuono delle medesime spetie, & delle medesime cadenze potendosi servire, perche ancora non si trasporta, come si fà il primo, essendo anco c'hanno un'istesso fine. Pao. E domanda questa veramente sottile, & mi piace ; hora vi dirò la cagione. E vero quello, che voi dite, che sono formati ambedue della prima spetie della Diapente, & della prima della Diatesseron ; Ma non sapete, che la Diatesseron del secondo Tuono si truova nel grave, & nel primo Tuono nello acuto ? Het. Lo sò. Pao. Formate dunque la sua Diapason, che contiene da A re in A la mi re ; & poi trasportate questa Diapason per Quarta nell'acuto, vederete il Tenore non poter ricevere la Diatesseron nella parte bassa, & per questa ragione si fà per la chiave di C sol fa ut il Soprano. Si può ben fare detto Tuono per la chiave di G sol re ut, ma sarà per ♮quadro, & il fine sarà in D la Sol, come fece Pietro Colino nella Messa, Beatus vir, nel libro terzo delle sue Messe à quattro ; & Costantio Porta nella seconda Messa delle sue à quattro. perche in tal modo fatta, in essa si truovano tutt' i tuoni, & semituoni proprii ; & questo ragionamento ancora per gli altri Tuoni vi servirà. Adunque havete inteso la differenza, che dal primo al secondo si truova ; & la causa, perche non si può trasportare per la chiave di G sol re ut per ♭mole, resta ve ne mostri essempio. [105]
Exemple R3_020a
Essempio de' Motetti del secondo Tuono.
Exemple R3_020b
Exemple R3_021a
Essempio della trasportatione del secondo Tuono.
Exemple R3_021b
Havete udito la varietà trà il primo Tuono, & secondo ; & parimente le sue trasportationi ; Resta hora, ch'io vi ragioni delle cadenze principali d'esso Tuono intorno à Salmi ; una delle quali sarà nella corda, dove finisce detto Tuono ; & l'altra dove esso Tuono fà la sua medietà, che sarà in F fa ut ; & questi due luoghi saranno, dove le cadenze principali, & terminate si faranno ; & acciò ne siate più capaci, vi segno quì un'essempio trasportato per Quarta, così quasi sempre facendosi.
Exemple R3_022a
Essempio delle cadenze, principio, medietà, & fine de' Salmi del secondo Tuono. [106]
Exemple R3_022b
Quindi havete veduto non solo le cadenze, ma insieme anco l'imitatione del canto Plano, & il fine ; & se cosa alcun altra vi resta circa di ciò, di gratia non la passate con silentio. Het. In me non resta cosa veruna dubbiosa ; seguite pur à dir del terzo Tuono.

Del terzo Tuono.

Pao. IL terzo Tuono, seguendo l'opinione de pratici, si forma della seconda spetie della Diapente contenuta da E in B posta in acuto, & della seconda spetie della Diatesseron da B in E posta in acuto ; frà le quali estremità si truova la Diapason ; le cui cadenze principali, & terminate saranno due, una nella corda E, l'altra nella corda A ; dove in essa potrete finire (se vi piacerà) una prima parte di uno Motetto, ò Madrigale, & altre compositioni ; possono etiamdio farsi altre cadenze, ma non terminate, come in G sol re ut ; ilche fece Cipriano nel Madrigale, Com' havran fin le dolorose tempre, sotto queste parole, esser mai seco : E Don Pietro Pontio nella Messa, Ancidetemi, nel Credo, sotto queste parole, De Deo vero ; nel Soprano. Si può ancora far cadenza in B fa b mi, come fece il sopradetto Cipriano nel Madrigale. Io credeva ch'il morire, à quattro voci, sotto queste parole, Ch'avanza ogn' altro male. Se ne servì parimente Alessandro Striggio nella seconda parte del Madrigale, Lasciat' hai morte, cioè nel Soprano sotto queste parole, Hor si fà bella, nel primo de suoi Madrigali à sei. Si può anco fare in C sol fa ut, come fece Jachetto nel Motetto, Repleatur os meum laude tua, nel Basso, & Contralto, sotto queste parole, Magnificentia tua ; & questa si può haver come propria, per esser corda mediatrice del Salmo, come intenderete ; ma non già in essa finire, nè prima, nè seconda parte. L'altre due per transito si potran fare ; & queste vi serviranno facendo Motetti, Messe, Madrigali, & Recercarii. Quando poi farete Salmi, la cadenza di C sol fa ut, sarà una delle proprie, & terminate ; & questo aviene, perche detto Tuono fà la sua medietà in detta corda ; L'altra poi sarà nella corda di A la mi re ; perche in essa corda finisce il Salmo ; talche due varietà di [107] cadenze proprie in detto Tuono si truovano, una quando farete Motetti, Messe, Madrigali, & Recercari, & altre compositioni ; L'altra, quando farete Salmi. Così detto Tuono si truova haver anco due fini, uno in E la mi, qual vi serve à Motetti, Messe, Madrigali, Recercari. L'altro in A la mi re, & questo vi serve alli Salmi. Havete inteso la varietà delle cadenze proprie, & terminate così de Motetti, come de Salmi, & altre compositioni, & conseguentemente la varietà del finire. Si truovano però alcuni compositori, c'hanno finito il detto Tuono in A la mi re ; frà quali fù Anselmo Reulx nel Madrigale. S'io credessi per morte esser scarco : & Jachetto nel Motetto Locutus est dominus, & altri Auttori ; ma nella Messa, che fece il Pontio sopra detto Motetto, nel primo libro delle sue Messe à cinque, volse servare l'ordine del Tuono, & cosi fece il fine principale nella corda E, & à me par cosa ragionevole ; benche mi rimetto sempre à più sano giuditio, ch'il mio. Het. Benissimo hò queste cose inteso ; ma un dubbio mi soviene ; perche non possa io finire una prima parte di un Motetto, ò altra compositione nella corda B, & parimente fargli cadenza terminata, essendo dico corda mediatrice del Tuono, ch'in essa termina la Diapente, & in essa principia la Diatessaron, come faccio del primo, & del secondo Tuono. Pao. A questo vi rispondo, che il dovere vorrebbe, & la ragione da voi addotta è potentissima ; ma ciò non si può fare ; & la causa è questa ; che detta corda non hà la sua Diapente naturalmente perfetta, talche il fine non sarebbe perfetto ; la qual cosa dalli compositori non è permessa ; & per questo conviene finire la prima parte del Motetto, ò Madrigale nella corda A, & la seconda poi nella corda E. questa è la ragione, perche in detta corda non si finisca ; Resta, ch'io vi formi delle lor cadenze un'essempio.
Exemple R3_023a
Essempio delle cadenze de' Motetti del terzo Tuono. [108]
Exemple R3_023b
Et queste sono le cadenze, & il fine facendo Messe, Motetti, e Madrigali, & simile ; formerovi quì anco le cadenze, & fine de' Salmi.
Exemple R3_024a
Essempio della imitatione, cadenze, medietà, & fine
Exemple R3_024b
de' Salmi del terzo Tuono.
Exemple R3_024c
[109] Havete veduto la imitatione, & le cadenze, & il suo fine. Het. Benissimo hò questa varietà de fini, & cadenze inteso. pur vi voglio domandare, se occorrendomi potrò fare cadenza nella corda di F fa ut. Pao. vi rispondo, che si potrà fare, ma vada fuggendo, come fà quella di G sol re ut, che già nell'essempio de Motetti vi mostrai ; perche questo fa è molto nemico al mi ; & facendo cadenza in detta corda, come si fà in A la mi re, & in E la mi, sarebbe fuora della ragione del Tuono ; ma fuggendo, come v'hò detto, pur si potrà fare. Het. Piacciami haver inteso questo ; passate alla sua trasportatione. Pao. La sua trasportatione si può fare per Quarta in acuto col soccorso del ♭mole ; ma quasi sempre si lascia in suo proprio essere ; & di ciò non vi darò essempio alcuno ; perche col vostro intelletto il tutto potrete considerare ; & il simile de gl'altri farò. Hora al Quarto Tuono suo compagno me ne passo.

Del Quarto Tuono.

E Vi dico, che si forma della seconda spetie della Diapente contenuta da E in B in acuto, & della seconda spetie della Diatesseron da E à B posta nel grave ; frà le quali estremità si truova la Diapason. Le sue cadenze principali saranno le istesse, che sono quelle del terzo Tuono, facendo però Motetti, Messe, & altre variate compositioni ; A Salmi poi, perche hanno altre cadenze principali, & proprie, saranno ad un'altro modo ; una sarà in A la mi re, & questo aviene, perche il Salmo fà la sua medietà in detta corda ; l'altra in E la mi ; perche in essa corda finisce ; & un sol fine si truova haver detto Tuono, tanto di Messe, & Motetti, come di Salmi. Vero è, ch'alle volte facendo Salmi si può finire alcuno versetto nella corda di A la mi re, come fece Jachetto nel Salmo. Laudate pueri Dominum, & questo perche in detta corda comincia il choro, finendo poi il resto nella corda sua finale, come da l'istesso è stato osservato ; talche nel fine sono conformi, ma nelle cadenze sono diversi, vi darò hora un'essempio del Salmo.
Exemple R3_025a
Essempio della imitatione, cadenze, medietà, & fine de Salmi del 4. tuono. [110]
Exemple R3_025b
Potete veder quì la imitatione del suo canto Plano, qual ogni diligente compositore deve osservare in tutti gli Tuoni, & parimente la medietà, & il fine, & le sue cadenze. dovete però avertire, ancora ch'io habbia detto, che le cadenze del Quarto Tuono siano le medesime, che sono quelle del Terzo ; intendo però de Motetti, & Messe, & altre compositioni, riservando quelle de Salmi ; conciosia che la cadenza di G sol re ut nel Quarto Tuono, quasi mai dalli compositori non è fatta ; & questo aviene, perche il detto Tuono non principia la intonatione del Salmo, come fà il Terzo in G sol re ut ; & ancora si lascia acciò si possa discernere il Terzo dal Quarto in tali compositioni, essendo elle nel resto simili ; ma ne' Salmi sono (come havete inteso) differenti. Het. Veramente questi avertimenti molto mi piacciono ; ditemi hora della sua trasportatione. Pao. Ella si fà per Quarta con il soccorso del ♭mole in acuto ; & il Soprano sarà per la chiave di G sol re ut, & à questo Quarto Tuono facendo fine passerò al Quinto.

Del Quinto Tuono.

QUale si forma della terza specie della Diapente contenuta da F à C nel acuto, & della terza spetie della Diatessaron contenuta da C sol fa ut in F fa ut posta nell'acuto ; fra le quali estremità si truova la Diapason ; E le sue cadenze proprie saranno due, una nella corda di F fa ut sua finale, l'altra nella corda di C sol fa ut. Si possono etiandio fare altre cadenze, come in A la mi re ; di che quando bene vi servesti per principale per truovare nuovo soggetto, non saria fuora di ragione ; ma non già per finire una prima parte di un Motetto. perche non è corda, che faccia la Diapente, nè si poco in essa principia la Diatessaron ; ma venendovi occasione potrete fargli riposo per truovare [111] poi (come hò detto) nuovo soggetto. Potrete ancora far cadenza in D la sol re, & in G sol re ut ; ma per transito. Le due cadenze proprie sopranomate vi serviranno alli Motetti, Messe, & altre variate compositioni. Avertendovi se vorrete finire una prima parte d'una compositione nella corda di C sol fa ut, che sarà in arbitrio vostro ; ma la seconda poi nella corda sua finale convien finire. Ma facendo voi Salmi, le sue cadenze principali, & terminate saranno due ; una nella corda di C sol fa ut, & questo aviene per far detto Tuono la sua medietà in detta corda ; l'altra poi sarà nella corda di A la mi re, & questo per finire il Salmo in detta corda ; talche questo Tuono havrà due fini, uno per gli Motetti, & Messe, & altre compositioni ; l'altro per Salmi ; & parimente havrà due variationi di cadenze principali. Havete inteso la cagione delli due fini, & conseguentemente de la varietà delle cadenze principali. Hora non vi voglio tacere di alcuni compositori, quali hanno havuto opinione si debba fare il detto Tuono con il segno del ♭mole, frà quali fù Carpentras, & Jo[annes] Contino, & Riccaforte, quali hanno fatto gli suoi Magnificat per ♭mole ; & per dirvi quello, ch'io ne sento, dovete sapere, ch'ogni Tuono Ecclesiastico (come si può vedere) è formato per ♮quadro ; onde ogni diligente compositore si deve governare, & in particolare ne' Magnificat, & altri Salmi ; & per tal causa si deve far per ♮quadro, & non per ♭mole, come si può vedere esser stato osservato dal Reveren[do] D[on] Gioseffo Zarlino nella quarta parte al vigesimo secondo capo delle sue institutioni  ; ragiona[n]do di esso Tuono ; & l'istesso osservò Franchino nella prima parte della sua prattica al duodecimo capo . parimente da Cipriano fù fatto per ♮quadro sì nel Madrigale, Donna ch'ornata sete ; sì in quest'altro, Di tempo in tempo ; & da Morales nelli suoi Magnificat ; e da Jachetto nel Salmo, Beatus vir ; & anco da Costantio Porta nella sua Messa del Quinto Tuono ; oltra à molti altri scrittori, quali hora per brevità tralascio. Un'altra ragione ancora vi voglio dire, che non si vede quasi mai percuotere da F fa ut à B fa b mi ; & così per il contrario ; come fà il Sesto Tuono ; per la quale percussione conviene dire fa in B fa b mi, come afferma il Lanfranco nella prima parte delle sue scintille , per non creare il Tritono, qual si truova da fa à mi per Quarta ; per le quali ragioni, & auttorità parmi esser cosa conveniente farsi per ♮quadro, & non per ♭mole, pur alla volontà del compositore mi rimetto. Formiamo un poco quì un'essempio tanto de Motetti, come de Salmi, acciò possiate considerare quanto vi hò ragionato. [112]
Exemple R3_026a
Essempio delle cadenze del Quinto Tuono.
Exemple R3_026b
Exemple R3_027a
Essempio della imitatione, cadenze, medietà, & fine de' Salmi del Quinto Tuono.
Exemple R3_027b
Della sua trasportatione io non ne ragionerò per havervi già detto, come far si deve, volendo trasportare una cantilena ; & lasciando questo, [113] passerò al suo compagno. Het. Ascoltate prima vi prego ; desidero sapere, s'io potrò occorrendomi far cadenza in E lami, & B fa b mi. Pao. Vi rispondo, che la medesima ragione vi serve di queste cadenze in detto Tuono, che la cadenza di F fa ut nel Terzo, & Quarto Tuono. Het. Hò capito il tutto. volete dire, che frà di lor sono nemici, & se pur si fanno, si devono far fuggendo. Pao. Cosi è. Het. Hora passate à dirmi del suo compagno.

Del Sesto Tuono.

Pao. IL sesto Tuono si forma della istessa terza spetie della Diapente contenuta da F fa ut in C sol fa ut posta nell'acuto, & della terza spetie della Diatessaron da F fa ut à C fa ut posta nel grave ; frà le quali estremità si truova la Diapason. Le sue cadenze principali saranno nelli medesimi luoghi facendo Messe, Motetti, Madrigali, & altre compositioni, essendo detto Tuono per ♮quadro ; ma dalli compositori quasi sempre è fatto per ♭mole. Het. Vorrei saper da voi, perche così è fatto per ♭mole, essendo fatti gli canti Gregoriani tutti per ♮quadro, & ogni giuditioso compositore deve conformarsi con essi canti, come mi dicevate hor' hora parlando del Quinto Tuono. Pao. Voi dite il vero, & si può fare per ♮quadro, & lo fece Jachetto nel Salmo In convertendo Dominus ; ma per dirvi la cagione, che dalli compositori si vede esser fatto per la maggior parte, & quasi sempre per ♭mole, come si può vedere nelli Salmi di Finotto, & nelli Magnificat di Morales, & di Vicentio Ruffo, & di Carpentras ; & nella Messa de morti di Brumel ; & di Costantio Porta, & altri auttori, egli è, che spesse volte, anzi quasi continuamente il canto Gregoriano percuote dalla corda di F fa ut alla corda di B fa b mi, & per il contrario. Et per non cadere nel tritono nella corda di B fa b mi, conviene permutare il mi in fa, come già vi dissi, & come dice il Lanfranco  ; & per questa ragione gli compositori lo fanno per ♭mole ; & anco si vede dalli pratici Choristi esser cantato quasi sempre per ♭mole solo per non creare il tritono. Un'altra ragione anco si può addurre, & dire, ch'il fa di F fa ut non hà la sua Diapente integra nella parte Bassa, & per poter formare intieramente la Diapente per versare continuamente il Tenore nella corda F, lo fanno per ♭mole. Havete adunque inteso la cagione. Dirò hora delle sue cadenze principali, quali saranno tre, una nella corda di F fa ut, la seconda nella corda di C sol fa ut, la terza in A la mire, & ancora in B fa b mi si potrà fare cadenza, se la cantilena sarà per ♭mole ; & queste vi serviranno à Messe, Motetti, Madrigali, & Recercari. Facendo poi un Motetto, c'habbia due parti, la prima potrete [114] finire nella corda di C sol fa ut, la seconda nella corda sua finale. Potrete ancora fare altre cadenze per transito, come in G sol re ut, come fece Morales nel Motetto, Cum natus esset Jesus, nella seconda parte di esso Motetto sotto queste parole Adorem eum, nel Basso, & nel Tenore ; & Pietro Pontio nella Messa Il bianco, & dolce cigno nella prima parte della Gloria, nel Basso, & Soprano, sotto queste parole, Gloriam tuam. Et Pietro Vinci nel Motetto. Ave regina cœlorum, sotto queste parole, Salve radix. Si potrà ancora far cadenza in D la sol re, se vi tornerà commodo. Havete inteso quanto s'appartiene intorno alle cadenze de Motetti, Messe, & Recercari, & altre compositioni. Convien hora trattare delle cadenze de Salmi, quali saranno due, una nella corda di F fa ut, & l'altra nella corda di A la mi re, dove esso Tuono fà la sua medietà, il fine poi sarà nella corda di F fa ut sua finale. talche si truova essergli variatione di cadenze ; ma non già di fine, & per maggior vostro contento vi formerò de Motetti, & Salmi un'essempio.
Exemple R3_028a
Essempio delle cadenze de' Motetti del sesto Tuono.
Exemple R3_028b
[115]
Exemple R3_029a
Essempio della imitatione, cadenze, medietà, & fine del sesto Tuono.
Exemple R3_029b
Et queste sono le varietà delle cadenze di questo Tuono. La sua trasportatione poi si può far per Quinta ; per truovarsi gli tuoni, & semituoni naturali. E facendo fine à questo Sesto Tuono, al Settimo me ne vengo.

Del Settimo Tuono.

IL Settimo Tuono si forma della quarta Spetie della Diapente contenuta da G, sol, re ut à D, la, sol, re, posta in acuto, & della quarta spetie della Diatesseron, contenuta da D, là, sol, re, à G, sol, re, ut, in acuto ; frà le quali estremità si truova la Diapason. Le cadenze di questo Tuono principali, & terminate de' Motetti, Messe, & Madrigali, & altre simili compositioni, saranno due, una in G sol re ut, corda sua finale, & l'altra in D la sol re ; dove potrete ogni vostro periodo terminare, & finire. Vi si truovano ancora altre cadenze dalli compositori fatte ; ma per transito, come nella corda di C sol fa ut ; il che da Jachetto fu fatta nella Messa sopra, Alla dolce ombra, nell'ultima parte del Credo, nella quinta parte ; & Cipriano parimente nella Seconda parte di detta Canzone, Alla dolce ombra, di tal cadenza si valse ; si può anco far cadenza in E la mi, & Don Pietro Pontio se ne valse nel Motetto. Confundantur superbi, nel libro primo de' suoi Motetti à cinque. Si può ancora far cadenza in A la mi re, come fece il sopranomato Cipriano nella quarta parte della sua Canzone ; Alla dolce ombra. Et Jachetto, nel [116] Crucifixus, della Messa fatta sopra detta Canzone ; & il Pontio ancora di tal cadenza se ne servì nella seconda parte del Motetto, In illo tempore, nel sopradetto libro. Si può etiandio venendo occasione, nella corda di F fa ut, fare cadenza, come fece Cipriano nella quarta parte della canzone sopranomata, quali cadenze in simili luoghi vi servino per transito. Vero è, che quando vi servesti della cadenza di E la mi, & A la mi re, per terminare un vostro periodo, & trovare poi nuove inventioni, non saria errore, per essere (come intenderete) cadenza propria de' Salmi. Hora volendo finire una prima parte d'un Motetto, ò Madrigale, ò altra compositione ; conviene finire nella corda D, per esser quella, che fà la Diapente di esso Tuono ; la seconda poi nella corda sua finale ; & questi luoghi, dove si fà cadenza, vi servano à Motetti, Messe, Recercari, & altre simili compositioni. Facendo poi Salmi. altre cadenze principali, & altro fine ci vuole ; una de quali cadenze sarà nella corda de A la mi re ; perche in essa corda finisce il Salmo : l'altra sarà nella corda di E la mi ; perche esso Tuono fà la sua medietà in essa corda. Potresti ancora per una sol volta far cadenza nella corda D, per esser corda mediatrice di questo Tuono ne' Motetti, & Messe ; come fece il Pontio nel Gloria patri del Magnificat, del settimo Tuono, & per queste ragioni le sue cadenze proprie saranno nelli sopranomati luoghi. Tal che due cadenze principali, & terminate ; & due fini havrà questo settimo Tuono ; ma per maggior chiarezza dell'uno, & l'altro vi segno quì un'essempio.
Exemple R3_030a
Essempio delle cadenze de Motett[t]i del settimo Tuono.
Exemple R3_030b
[117]
Exemple R3_031a
Essempio della imitatione, cadenze, medietà, & fine del settimo Tuono.
Exemple R3_031b
Voi havete veduto la variatione delle cadenze, & fini de Motetti, & Salmi del settimo Tuono. Hora vi dirò del suo compagno. Het. Udite, vi prego, volendo io trasportarlo, potrò farlo ? Pao. Non è dubbio, che potrete, mentre truovate (come vi dissi ragionando del secondo Tuono, se vi ricordate) i tuoni, & semituoni suoi propri. Het. Seguitate adunque più oltra, che già di questo sono chiaro.

Dell'Ottavo Tuono.

[Pao]DIcono i prattici l'ottavo Tuono formarsi della Quarta spetie della Diapente contenuta da G sol re ut à D la sol re ; & della Quarta spetie della Diatessaron contenuta da G sol re ut in C fa ut posta nel grave ; frà le quali estremità vi si truova la Diapason. Le cadenze principali, & terminate saranno l'istesse, che del Settimo Tuono, facendo Motetto, ò Madrigale, ò altra tale compositione. Vero è, che il diligente compositore piglierà per cadenza principale la corda di C sol fa ut ; acciò sia meglio conosciuto, e distinto detto tuono dal Settimo, per esser corda, che fà la medietà del Salmo di detto Tuono, come intenderete. Si può similmente far cadenza in F fa ut, così de Motetti, come de Salmi per transito, come fece Morales nel versetto, Sicut locutus est, dell'ottavo Tuono. Si può ancora far cadenza in A la mi re per transito, di cui si servì Crechilon nella Canzone, Albergiero. Ma se farete poi Salmi, d'altra maniera saranno le sue cadenze principali ; una sarà nella corda di C sol fa ut ; perche ivi detto Tuono fà la sua medietà (come già vi dissi) l'altra poi nella corda sua finale. Si potrà anco essendogli buona occasione fare alcune [118] di quelle cadenze non proprie nelli Salmi non solo in questo ; ma nelli altri tuoni ancora, con diligenza però. Hora vi mostrerò la varietà delle cadenze de Salmi, & Motetti per essempio.
Exemple R3_032a
Essempio delle cadenze de' Motetti dell'ottavo Tuono.
Exemple R3_032b
Exemple R3_033a
Essempio della imitatione, medietà, & fine de' Salmi dell'ottavo Tuono.
Exemple R3_033b
[119] Et queste sono le cadenze dell'una, & l'altra compositione. Het. Hora vorrei sapere, s'io potrò far cadenza in B fa b mi. Pao. La potrete fare ; ma non già, che faccia buono effetto, come le altre sopranomate ; & ciò per tre ragioni ; La prima è, che detta corda non hà la sua Diapente integra nella parte acuta ; La seconda, ch'in essa corda non si fà ne principio di Diapente, nè di Diatessaron, nè si poco medietà di Salmo ; La terza, che detto Tuono no fà alcun riposo, nè neuma in detta corda. E volendola pur fare, facciasi talmente, che non paia cadenza, & vada fuggendo. Het. Mi piace molto haver inteso queste ragioni, seguitate pure. Pao. Della sua trasportatione io non ne tratterò ; perche col vostro giudicio potrete da voi stesso quella ritruovare, quale sempre quasi si lascia in sua propria qualità ; & se altro desiate da me udire di questi Tuoni, fatemene motto. Hett. Una sol cosa voglio domandarvi ; come potrò distinguere il settimo Tuono dall'ottavo ; & così il primo dal secondo ; quando saranno in suo proprio luogo, essendo da una medesima spetie formati, & servendo le medesime cadenze principali, così al settimo, come all'ottavo ; & così al primo, come al secondo ; & così de gl'altri tutti. parlando però de Motetti, Messe, Madrigali, & altre compositioni ; eccetto, che de Salmi ; quali sò che si conoscano per la lor intonatione. Pao. Quanto al distinguere il settimo dall'ottavo, & così gli altri, conviene haver cognitione della lor formatione, & saper parimente l'intonationi, medietà, & fini delli Salmi ; & in due modi si può conoscere l'uno da l'altro ; uno per gli principii, l'altro per le cadenze. Vi ragionerò del settimo, per il quale potrete poi de gl'altri far giudicio. Il settimo non farà giamai per principio, ut, fà, nè sì poco, ut re mi fa, i quali principii sono all'ottavo più appropriati ; ma si bene ut sol, overo, ut mi sol, & anco ut mi fa sol, & sol mi fa sol, & simili principii. Circa le cadenze, si valerà, oltra le sue cadenze principali, della cadenza di E la mi, & A la mi re ; & questo per esser una, che fà la medietà, & l'altra il fine del Salmo, come havete veduto ; essendo che, poco, anzi non mai nell'ottavo Tuono vederete simili cadenze ; ma bene si servirà della cadenza di C sol fa ut per propria più, che quella di D la sol re ; & principiarà alcuna volta con una parte in detta corda di C sol fa ut ; & per queste due ragioni si può conoscere il settimo da l'ottavo ; quantunque fossero fatti ambedui per la chiave di G sol re ut, come alle volte si truova ; & questo avertimento vi serve ancora nella cognitione de gl'altri Tuoni. perche gli diligenti compositori sogliono nelle compositioni haver risguardo alle cadenze de Salmi, & di lor servirsi, acciò si possa più agevolmente discernere l'uno da l'altro ; & anchora haver risguardo alli principii ; per li quali potete poi haver cognitione del Tuono, come fece Jachetto nelli Motetti, [120] Repleatur, & Locutus est dominus ; dove vì mostra manifestamente l'uno, & l'altro esser del terzo Tuono ; & così Cipriano nel Madrigale, Come havran fine ; & Jaches Vuerto nel Motetto, Transeunte Domino ; dove per il principio conoscete esser del primo Tuono. così anco dicovi delle cadenze ; perche se sarà il Motetto, ò altra compositione del Terzo, farà sovente cadenza in C sol fa ut, & in A la mi re, & alle volte in G sol re ut ; ma nel quarto Tuono tal cadenza di G sol re ut rarissima si truova, & dirò quasi che non mai. Sogliono ancora haver risguardo (come la ragione vuole) alle Diapente, & Diatessaron delli Tuoni ; per le quali ; essendo elle varie, si discerne l'uno da l'altro ; & per questo fà bisogno alli compositori haver cognitione, come sono formati gli Tuoni, per sapere le sue Diapente, & Diatesseron ; acciò possano sapere ove le prime parti de suoi Motetti, ò Madrigali habbiano à finire, & ove possano fare le sue cadenze principali, & terminate, secondo il suo Tuono, & parimente havere cognitione delle intonationi, medietà, & fini de Salmi, per saper poi conoscere l'uno dall'altro ; & le lor cadenze proprie, per poter far le medietà del verso, come conviene ; & ancora per servirsi di queste cadenze ne Motetti, ò d'altra compositione, & ancora haver cognitione delli fini per esser in alcuno Tuono. diverso il finire de Salmi à quello de Motetti, & altre compositioni, com' havete inteso ; & non sapendo voi quanto v'hò detto, non potresti giamai haver cognitione, se fosse del terzo, over del settimo, & caderesti in mille altri inconvenienti, come da voi stesso potrete considerare ; & se di ciò cosa alcuna vi resta intendere (per esser finiti questi Tuoni regolari) apertamente ditelo. Hett. In me non resta cosa veruna, circa ciò dubbiosa ; perche da voi chiaramente mi sono stati levati i dubbi. Ma ditemi truovansi altri Tuoni ? perche havete detto, per esser questi Tuoni regolari finiti, quasi che vi siano alcuni altri Tuoni irregolari. Pao. Vi sono veramente altri Tuoni, così dalli prattici chiamati irregolari, per non finire nelle quattro corde, dove finiscono gli altri sopranomati ; non già ch'ancora loro non siano formati regolarmente con la sua Diapente, & Diatessaron ; talche ragionevolmente non si potranno dire irregolari, ma si bene regolari potrian chiamarsi, come afferma il Zarlino nella quarta parte della sua Institutione di Musica nel capo vigesimo sesto  ; perche servano la regola, come gli altri ; ma per non finire (come v'hò detto) nelle quattro corde sono detti irregolari finendo per Quinta lontano dalli primi, & vedendo voi una cantilena, che finisca nella corda di A la mire, essendo il Soprano per la chiave di G sol re ut, questo sarà un delli sopranomati, circa quali io non mi estenderò ; perche se voi desiderate più à pieno haverne cognitione, legete esso Zarlino nella Quarta parte al vigesimo sesto, settimo, ottavo, nono capo, che difu[121]samente n'hà trattato  ; & cosi con buona vostra gratia per esser l'hora tarda, & occorrendomi uscir di casa per un mio negotio farò fine pigliando da voi licentia ; & se altra cosa vi resta dubbiosa, portarete per hora patientia, ch'un'altra volta del tutto vi darò raguaglio. Hett. In me non resta cosa veruna dubbiosa, perche m'havete con parole, regole, & essempii fatto chiaro il tutto ; & di questa vostra amorevolezza vi resterò obligatissimo ; & se vi sarò alle volte importuno, la colpa sarà del desiderio, ch'io tengo di tal virtu ; perche talmente me ne sono acceso, & infiammato, che d'altro ragionar non vorrei, & così (poiche m'havete tanto alzato) voglio pregarvi siate contento (non vi essendo scommodo) ch'io venga alle volte à visitarvi ; & di quelle variate compositioni, che da quel Florido contrapunto vengono (come dicesti) mostrarmi qualche cosa degna di voi, essendo, ch'io (merce vostra) sono capace delle consonantie, & dissonantie, & in che modo dall'una all'altra passar' io possa ; & conseguentemente delli passaggi suoi, quali sono proprii al contrapunto, & quali alla compositione, & anco quali sono buoni, & quali tristi ; & parimente delli Tuoni, delle formationi sue, & cadenze principali, & non principali, & delle loro trasportationi, & parimente delle intonationi, medietà, & fini de Salmi, & conseguentemente le lor cadenze proprie, & terminate ; & ancora la diversità del Duo, & del contrapunto, & della compositione. La onde mi persuado invero con facilità poter capire con un poco di studio il resto. Pao. Voi dite il vero, perche l'haver cognitione di quanto v'hò ragionato, vi sarà di grandissimo aiuto, mentre però gli facciate (come dite) un poco di studio ; che senza questo si faria nulla. però venite con vostro commodo, ch'io non posso negarvi cosa alcuna, in che vi possa giovare. Hett. Questo fù sempre cortesia vostra, hor che la Reverentia vostra si vuole partire di casa, io li farò servitù. Pao. Questo non voglio, io vi ringratio. Hett. Poiche così volete, mi contento di quanto à voi piace ; & così essendo già venuta l'hora, che si sogliono rit[r]ovarsi questi virtuosi di Verona al Ridutto, anderò là con buona vostra gratia il resto del tempo fin' all'hora di ritirarsi à casa dispensando in sentire qualche nuovo, & bel concerto. Pao. Andate con la pace del Signore, ch'io per quel mio negotio anderò, & mi doglio non poter venire con voi per sentire qualche cosa di nuovo.

Fine del Terzo Ragionamento.

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